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Art Vibes – Let's share beauty | October 8, 2024

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CARA - La nuova app per creativi che rifiuta i contenuti generati con l'intelligenza artificiale

CARA – La nuova app per creativi che rifiuta i contenuti generati con l’intelligenza artificiale

| On 06, Giu 2024

La nuova app che osteggia i contenuti creati dall’intelligenza artificiale generativa e che mira a sostenere i diritti degli artisti e a costruire nel loro interesse un efficace strumento di networking.


di Francesco Spaghi


Picture: Artwork (detail) by: Tobias Kwan. image via: cara.app


Da qualche giorno sembra che sia scatenato su Instagram un fuggi fuggi generale che ha coinvolto in particolare molti profili legati al mondo dell’arte e della creatività.

Riavvolgiamo il nastro: la notizia che Instagram abbia aperto le porte ai contenuti creati con l’intelligenza artificiale generativa non è andata proprio giù a molti professionisti del settore, siano essi artisti, illustratori o fotografi.

La comparsa della label “made with AI”, creata in automatico dal social a fronte di un check sul contenuto postato, ha davvero sollevato una protesta feroce, culminata con la decisione di molti utenti di virare su altre piattaforme più attente a filtrare i contenuti generati con l’AI.

Negli States sembra essere scoppiata la CARA mania, ossia l’adesione alla nuova alternativa ad Instagram, un’app che in pochi giorni è diventata una tra le più popolari al mondo contando all’attivo migliaia di download.

CARA assomiglia in tutto e per tutto ad Instagram, gli utenti possono registrarsi, caricare le proprie immagini, vedere quelle degli altri e interagire con loro. Ma a differenza di Instagram, l’app “filtra le immagini generate dall’intelligenza artificiale in modo che le persone che desiderano trovare creatività e opere d’arte autentiche possano farlo facilmente”.

 

CARA – La nuova app per creativi che rifiuta i contenuti generati con l’intelligenza artificiale
CARA – La nuova app per creativi che rifiuta i contenuti generati con l’intelligenza artificiale. image via: cara.app

Non siamo d’accordo con gli strumenti di intelligenza artificiale generativa nella loro attuale forma non etica e non ospiteremo portafogli generati dall’intelligenza artificiale a meno che i dilaganti problemi etici e di privacy dei dati relativi ai set di dati non vengano risolti tramite regolamentazione”, si legge sul sito web di Cara.

La popolarità di Cara deriva anche da una crescente preoccupazione per le cattive acque in cui Instagram sembra stia navigando. Già due anni fa molti utenti avevano appoggiato una petizione che accusava Instagram di copiare TikTok e di spingere troppo verso la visualizzazione di video e reel a discapito delle immagini.

CARA sembra concentrarsi sulla mera condivisione dell’arte visiva e su questa scia ha sfruttato il supporto di molti artisti e tatuatori digitali, molti dei quali hanno addirittura utilizzato i post di Instagram per incoraggiare altri ad aderire all’app.

CARA incorpora uno strumento chiamato Glaze, sviluppato dal SAND Lab dell’Università di Chicago , un accorgimento che protegge gli artisti “umani” e blocca i modelli di intelligenza artificiale generativa”. I creativi di conseguenza possono condividere il proprio lavoro in un ambiente privo di intelligenza artificiale, laddove la stessa piattaforma lavora attivamente per impedire che le immagini vengano replicate in modo altrettanto fedele.

Il massiccio download dell’app ha costretto gli sviluppatori ad aggiornare i server sette volte per reggere il flusso di domande. Concepita come una fusione tra Instagram e Twitter, l’interfaccia seppur familiare ed efficiente, appare troppo scura, con uno scroll del feed che non valorizza gli artwork postati.

 

 

CARA, creata dal fotografo Jingna Zhang e da un piccolo team di ingegneri e collaboratori, mira a sostenere i diritti degli artisti e costruire allo stesso tempo uno strumento di networking efficace. “Il futuro delle industrie creative richiede comprensione e supporto articolati per aiutare gli artisti e le aziende a connettersi e lavorare insieme”, ha affermato il team. “Vogliamo colmare il divario e costruire una piattaforma che ci piacerebbe utilizzare noi stessi come creativi”.

In un fumoso mercato della digital creation che strizza sempre più l’occhio all’intelligenza artificiale, CARA rappresenta un faro, un’alternativa che deve essere cavalcata perché i problemi legati all’utilizzo dei dati, alla violazione del copyright in favore dell’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa è una questione che va assolutamente regolamentata.

Chiudiamo citando le parole dell’autrice Joanna Maciejewska postate su X, un pensiero che ben riassume il problema: “Voglio che l’IA faccia il mio bucato e i miei piatti in modo che io possa fare arte e scrivere, non che l’IA faccia la mia arte e la mia scrittura in modo che io possa lavare il bucato e i miei piatti”. Più chiaro di così….


– via: cara.app


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