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Said Dokins - Winter Language

Said Dokins – Winter Language

| On 07, Feb 2021

Il nuovo murale di Said Dokins a Città del Messico in collaborazione con Gama Gallery e il Centro Culturale Panteón.

di Redazione Art Vibes


Picture: Said Dokins – Winter Language. Collaboration with Gama Gallery and Panteón Cultural Center, Città del Messico.


Winter Language”, si intitola così l’ultimo murale di Said Dokins realizzato a Città del Messico presso il Centro Culturale Panteón in collaborazione con la Galleria Gama.
Un’opera e un’installazione che sono parte dell’esibizione intitolata “This is not the end of the world”, collettiva che riunisce il lavoro di artisti che hanno dedicato parte della loro pratica creativa all’arte urbana, ai graffiti e/o al design.

Un lavoro che affonda la sua ispirazione nella mitologia norrena ma che si ancora ad un presente ancora carico di difficoltà, proprio come affermato dallo stesso artista: “Con questa mostra ho voluto ricordare il presagio nordico dell’inverno (Fimbulvetr) che con le gelate annuncia la fine del mondo (Ragnarok); così come ho voluto citare Borea, dio greco del freddo vento del nord che sferza con il suo alito gelido alla fine dell’autunno, ma anche il solstizio d’inverno, evento che in epoca pre-ispanica i messicani celebravano con sacrifici umani con l’obiettivo di riportare il sole nel suo nuovo ciclo”.

“Questo inverno in Messico, tra i suoni delle ambulanze e i messaggi disperati di aiuto, il nostro intorpidimento psicologico ha galoppato veloce, intaccando i nostri rapporti più stretti, limitando i contatti con le persone che più amiamo. In Winter Language ho deciso di inserire alcuni scritti, idee e poesie che mi sono venute in mente sui tempi difficili in cui stiamo vivendo, dove l’incertezza si annida e la speranza di un nuovo ciclo permea ancora alcuni di noi.

 

Winter Language new mural by Said Dokins in Panteón MX. video courtesy of: Said Dokins

L’installazione in mostra è stata dipinta su tele lunghe oltre 40 metri ed è stata presentata per la prima volata nella sua versione originale nella mostra antologica “Said Dokins. Runaway Writings” al CEART San Luis Potosí, Messico, un edificio storico che per più di un secolo ha funzionato come prigione.

Dokins trasla i segni scritturali da un luogo all’altro, riscrivendo le iscrizioni che un tempo popolavano le pareti della vecchia prigione; graffiti, segni, cicatrici lasciate sui muri come strategia di resistenza contro la politica dell’oblio, un gesto di sopravvivenza che permette allo scrittore di turno di mantenere la speranza e anche la sanità mentale in una situazione estrema come la privazione della libertà.

Ora le traduzioni di Dokins non appaiono più sui muri freddi come una volta, ma sul supporto morbido e caldo della tela, una nuova copertura simbolica, metafora di una continuità del messaggio.

 

Said Dokins - Traslaciones. Panteón Cultural Center, Città del Messico. Photo: Leonardo Luna
Said Dokins – Traslaciones. Panteón Cultural Center, Città del Messico. Photo: Leonardo Luna

Said Dokins - Winter Language. Collaboration with Gama Gallery and Panteón Cultural Center, Città del Messico
Said Dokins – Winter Language. Collaboration with Gama Gallery and Panteón Cultural Center, Città del Messico

Said Dokins - Winter Language. Collaboration with Gama Gallery and Panteón Cultural Center, Città del Messico
Said Dokins – Winter Language. Collaboration with Gama Gallery and Panteón Cultural Center, Città del Messico

Said Dokins - Traslaciones. Panteón Cultural Center, Città del Messico. Photo: Leonardo Luna
Said Dokins – Traslaciones. Panteón Cultural Center, Città del Messico. Photo: Leonardo Luna

– via: Art Vibes submission – photo courtesy of: instagram.com/saidokins


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