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Me l'ha detto Zibba

| On 22, Nov 2013

Intervista a Zibba, il cantautore ligure si racconta.

di Annalisa Grassano

Bizzarro, sensibile, visionario, onesto, Zibba è uno degli artisti più interessanti del nuovo cantautorato italiano, vincitore con gli Almalibre nel 2012 della targa Tenco con l’album “Come il suono dei passi sulla neve“, mette d’accordo critica e pubblico con il suo ultimo lavoro “..e sottolineo se“, omaggio a Giorgio Calabrese.

La sua voce sporca va dritta al fondo dell’anima, note e parole coinvolgenti immergono chi ascolta in una costante tensione emotiva e vibrante.
La forza turbinante della sua musica regala momenti di puro magnetismo, non è ben chiaro come ci riesca, ma la magia delle sue note travolge e scompone la ragione riordinando il cuore.

In questi giorni Zibba ha debuttato come scrittore con il suo primo libro intitolato “Me l’ha detto frank zappa“, illustrato da Matteo Anselmi e con prefazione di Eugenio Finardi e Matteo Monforte.
Dialoghi surreali che regalano momenti di ironico e giocoso oblio, tra nonsense e parodia ci si ritrova ad esplorare un mondo di personaggi improbabili eppure familiari.
Da alcuni brani contenuti nel libro, è stato tratto uno spettacolo teatrale con regia di Sergio Sgrilli che debutterà l’8 dicembre allo Zelig di Milano.


Zibba

La musica, la scrittura ora anche il teatro, insomma non ti riesce proprio di star fermo?

Esatto, star fermo è una condizione nella quale non mi ritrovo. La vita rischia di diventare troppo noiosa se presa per buona per come siamo abituati a trovarla. Vale la pena trovare modi sempre nuovi per incasinarla. A dire il vero faccio ogni cosa senza pretesa alcuna, senza pensare troppo a cosa diranno gli altri. Lo faccio per piacere personale, per soddisfazione. Per evitare che l’unica scelta resti quanto zucchero mettere nel caffè o quale colore di maglione scegliere fra i pochi a disposizione. Mi piace stare nel delirio, avere mille cose a cui pensare. E credo sia comunque anche un difetto.

Quando hai capito di essere un cantante?

Non lo sono, abbaio nel microfono con davvero poca tecnica e scarsa capacità, ma lo faccio perché amo farlo e quindi forse funziona. Da bimbo mia madre un giorno scherzando mi disse “ma sei stonato, non farai mai il cantante”… e io pensai… “vuoi vedere?”

La prima canzone che hai scritto?

Avevo otto anni. Era una canzone contro la guerra. Non ho mai più nemmeno pensato a quell’argomento. Alcuni temi come la politica o il sociale non entreranno mai in una mia canzone o scritto se non sotto mentite spoglie. Siamo fin troppo pieni di messaggi giornalieri di persone che con estrema semplicità puntano il dito contro qualcuno o qualcosa senza muovere un dito per cambiare le cose. Io sono dall’altra parte, dalla parte di quelli che alzano il culo e si martellano la testa per trovare soluzioni alla follia circostante. Lo faccio ogni giorno, ogni istante. E mi piace.

Almalibre più che una band una famiglia?

Una meravigliosa famiglia, con una rinnovata serenità che ci sta portando a stare sempre meglio tra noi e una spinta verso il futuro mossa da sorrisi e mani che si tendono. Non vedrei la mia vita musicale senza di loro. Sono il mio motore.

…e quando hai capito di essere uno scrittore?

Mi spiace ripetermi, ma non sono nemmeno uno scrittore. Possiamo definire cantante Stevie Wonder e scrittore Bukowski ad esempio? Allora io sono decisamente tagliato fuori da queste definizioni. Scrivo per gioco, per esorcizzare momenti e sensazioni. Per fotografare alcuni istanti che voglio ricordare.

“Me l’ha detto Frank Zappa” , un libro un po’ matto che racchiude pezzi di te, come è venuto fuori?

Viene dalla grande passione di Matisklo Edizioni e Editrice Zona che hanno voluto credere in questa avventura. Non avrei mai pubblicato un libro se non spronato da loro, e da tutte le persone amiche che hanno preso parte a questo progetto. Il fatto che qualcuno lo trovi interessante mi fa ovviamente piacere, enormemente. Ho messo in questo libro la passione per gli amici e per il ridere insieme.



Zibba - Me l'ha detto frank zappa

Scrivi perché sei felice, incazzato, innamorato, depresso, qual è l’evento emotivo che scatena la tua ispirazione?

Tutti quelli che hai detto più altri mille. Non c’è una causa scatenante unica, fortunatamente. E ne nascono sempre di nuove. Come dicevo spesso scrivere, per me, è come fare una foto ad un istante da poter rivivere quando ne ho bisogno. Quando poi le canzoni o i racconti trovano posto nel cuore degli altri è una magia. Ma non sempre deve succedere per forza. Alcune cose nascono mie e restano tali. Forse, in realtà, la depressione non la provo veramente. Piccoli scazzi quotidiani legati alla mancanza di parcheggio o alla pioggia incessante in viaggio non fanno di me un depresso in nessun caso…


Zibba

Parliamo dello spettacolo teatrale?

Nato dalla voglia di Alberto Onofrietti e Fabrizio Martorelli di misurarsi con la follia dei miei momenti più fumosi, ha incontrato poi la mano di Sergio Sgrilli che curandone la regia ha reso tutto speciale e unico. Sarà una bella avventura e sono felice di dividerla con loro perchè sono miei idoli. Sergio lo stimo da sempre, e ora lo amo quasi. Ma questa è un’altra storia. Lavorare insieme è davvero una grande soddisfazione e mi fa sentire bene. Mi sento protetto quando qualcuno mi dona la sua professionalità e una manciata di buone vibrazioni da ricordare.

Che bambino eri da piccolo? Che cosa volevi fare da grande?

Facevo quello che faccio ora ma come lo farebbe un bambino, quindi in modo non così diverso dal presente. Volevo fare questo e ho fatto in modo che accadesse. Anche grazie ad una famiglia che mi ha sempre lasciato libro di scegliere quale lavoro o passione mi avrebbe portato a bestemmiare una bolletta del gas troppo alta. Ma da noi, spesso, fa freddo

Se fossi un supereroe quale superpotere vorresti avere?

Ti confesso che in realtà io sono un supereroe. Ma non posso svelarti i miei poteri perchè il costume che indosso, quando lo indosso, fa più male a me che non agli altri…
Vale la pena cercare di essere la persona migliore possibile per noi e per gli altri. Un lavoro, uno sporco lavoro. Che bisogna fare. Per il bene di Gotham City…

Ringraziamo Zibba per il tempo e la grande disponibilità. Per maggiori info: www.zibba.it


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