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Jacques Henri Lartigue. L'invenzione della felicità. Fotografie

Jacques Henri Lartigue. L’invenzione della felicità. Fotografie

| On 02, Set 2020

“La fotografia come mezzo per riesumare la vita, per rivivere i momenti felici…”

di Redazione Art Vibes


Picture: Coco, Deauville, 1938 Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL


Lartigue fece ciò che nessun fotografo aveva fatto prima e che nessuno fece dopo: fotografare la propria vita. Richard Avedon


La Casa dei Tre Oci di Venezia riapre dopo l’emergenza Coronavirus con la più ampia retrospettiva mai organizzata in Italia, dedicata al fotografo francese Jacques Henri Lartigue (1894-1986).
L’esposizione, inizialmente prevista dal 4 marzo al 12 giugno 2020, ma aperta solo pochi giorni a causa dei provvedimenti per contenere il contagio da Covid-19, è stata prorogata fino al 10 gennaio 2021.

L’invenzione della felicità, curata da Marion Perceval e Charles-Antoine Revol, rispettivamente direttrice e project manager della Donation Jacques Henri Lartigue, e da Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci, è organizzata da Civita Tre Venezie e promossa da Fondazione di Venezia, in stretta collaborazione con la Donation Jacques Henri Lartigue di Parigi, con il patrocinio del Ministero della Cultura francese.

“Con la riapertura al pubblico della Casa dei Tre Oci la Fondazione di Venezia conferma il suo impegno al fianco della città, dopo la grave crisi generata da Covid-19, per un rilancio internazionale che non può non passare attraverso la cultura – sottolinea il Presidente della Fondazione di Venezia, Michele Bugliesi –. I Tre Oci sono ormai da anni una straordinaria casa della fotografia in cui sono ospitate mostre di grande respiro come questa dedicata a Jacques Henri Lartigue. Poter rendere nuovamente la Casa dei Tre Oci un bene al servizio della città è il segno tangibile della volontà della Fondazione di essere sotto ogni forma attore proattivo per lo sviluppo di Venezia e del suo territorio”.

 

 

La rassegna presenta 120 immagini, di cui 55 inedite, tutte provenienti dagli album fotografici personali di Lartigue, dei quali sono esposte alcune pagine in fac-simile.

A queste si aggiungono alcuni materiali d’archivio, libri quali il Diary of a Century (pubblicato con il titolo “Instants de ma vie” in francese), riviste dell’epoca, un diaporama con le pagine degli album, tre stereoscopie con immagini che rappresentano paesaggi innevati ed eleganti scenari parigini.

Questi documenti ripercorrono la sua intera carriera, dagli esordi dei primi anni del ‘900 fino agli anni ‘80 e ricostruiscono la storia di questo fotografo e la sua riscoperta. Il 1963 è in tale contesto un anno cruciale: John Szarkowski, da poco nominato direttore del dipartimento di fotografia del MoMa – il Museum of Modern Art di New York, espone i suoi lavori al Museo newyorkese, permettendogli di raggiungere il successo quando Lartigue è vicino ormai ai settant’anni.

Il percorso de L’invenzione della felicità si articola intorno a questi grandi momenti di riscoperta dell’opera di Lartigue, a cominciare dalla rassegna del museo newyorkese, durante la quale sono presentati i suoi primi scatti precedenti la Prima Guerra Mondiale, e che fanno di lui l’enfant prodige della fotografia. Ispirato dai giornali e dalle riviste illustrate di quest’epoca, Lartigue s’interessa alla ricca borghesia parigina che si ritrovava ai Grandi premi automobilistici, alle corse ippiche di Auteuil, oltre che agli uomini e alle donne eleganti che le frequentavano.

“La ‘parte di mondo’ di Lartigue – scrive Denis Curti nel suo testo in catalogo – è quella di una Parigi ricca e borghese del nouveau siècle, e anche quando l’Europa verrà attraversata dagli orrori delle due guerre mondiali, Lartigue continuerà a preservare la purezza del suo microcosmo fotografico, continuando a fissare sulla pellicola solo ciò che vuole ricordare, conservare. Fermare il tempo, salvare l’attimo dal suo inevitabile passaggio. La fotografia diventa per Lartigue il mezzo per riesumare la vita, per rivivere i momenti felici, ancora e ancora”.

 

Richard Avedon, New York, 1966. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL
Richard Avedon, New York, 1966. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

A seguito del successo ottenuto con la mostra al MoMa, verso la fine degli anni ‘60, Lartigue incontra Richard Avedon e Hiro, due tra i più influenti fotografi di moda di allora, che si appassionano immediatamente alla sua arte.
Avedon, in particolare, gli chiese di scavare nel suo archivio per riportare alla luce alcuni scatti al fine di creare un ‘giornale’ fotografico.

La selezione di queste immagini, fatta dallo stesso Avedon e da Bea Feitler, photoeditor di Harper’s magazine, portò alla pubblicazione del volume, nel 1970, Diary of a Century che lo consacrò definitivamente tra i grandi della fotografia del Novecento. Tuttavia, Lartigue non è più da tempo il fotografo amatoriale di inizio secolo. Dagli anni ‘40 pubblica le sue fotografie su riviste, combinando i suoi incontri mondani e le inquadrature ricercate.

Dopo l’approfondimento del periodo della sua riscoperta, le ultime sezioni si concentrano sugli anni ‘70 e ‘80, segnati dalle collaborazioni con il mondo del cinema, dove lavora come fotografo di scena per numerosi film, e della moda. L’occhio di Lartigue, tuttavia, non riuscì mai ad allontanarsi dalla vita di tutti i giorni, immortalando sempre molti dettagli curiosi e carichi d’ironia. Un interessante focus è inoltre riservato alle memorie che Lartigue scrisse negli anni ‘60 e ‘70, quando inizia a ricomporre i suoi album nei quali aveva raccolto tutti i suoi scatti.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue Marsilio Editori, con una testimonianza di Ferdinando Scianna.

 

Grand Prix de l'Automobile Club de France detta anche l'automobile deformata, 1913 ma diffusa da Lartigue nel 1912. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL.
Grand Prix de l’Automobile Club de France detta anche l’automobile deformata, 1913 ma diffusa da Lartigue nel 1912. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL.

Maurice Lartigue, detto Zissou nel vento dell’elica di Amerigo. Buc, 1911. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL
Maurice Lartigue, detto Zissou nel vento dell’elica di Amerigo. Buc, 1911. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

André Haguet, un cugino di Lartigue, Foresta di Rambouillet, 1938. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL
André Haguet, un cugino di Lartigue, Foresta di Rambouillet, 1938. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

Mani di Florette, 1961. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL
Mani di Florette, 1961. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

Madeleine Messager detta Bibi durante il viaggio di nozze con Jacques Henri Lartigue. Hôtel des Alpes, Chamonix, 1920. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL
Madeleine Messager detta Bibi durante il viaggio di nozze con Jacques Henri Lartigue. Hôtel des Alpes, Chamonix, 1920. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

Federico Fellini sul set di La città delle donne, Cinecittà, Roma, 1979. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL
Federico Fellini sul set di La città delle donne, Cinecittà, Roma, 1979. Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL


– via: Art Vibes submission


Exhibition info: Jacques Henri Lartigue. L’invenzione della felicità. Fotografie

When: 11 luglio 2020 – 10 gennaio 2021.
Where: Casa dei Tre Oci, Fondamenta delle Zitelle, 43, Giudecca, Venezia.


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