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Lo Chansonnier - Sergio Pennavaria

| On 06, Ott 2013

Intervista al “diamante pazzo” Sergio Pennavaria.

di Annalisa Grassano

INTERVISTA A SERGIO PENNAVARIA

Sergio Pennavaria è un cantautore d’origine siciliana di grandissimo talento, con l’album “Senza luce a casaccio nell’oscurità” vince il Su la testa Contest nel 2011.

Sergio è un artista istrionico, fuori dalle righe, un moderno Don Chisciotte che si lancia contro i mulini a vento di questa società disincantata, sferrando colpi di poesia.

Le sue coinvolgenti esibizioni conquistano, l’illuminante vortice delle sue parole lascia storditi e allo stesso tempo affascinati.

Nei suoi pezzi racconta la vita e lo fa con grande consapevolezza culturale, con la voglia di reagire con ironia contro quella parte di mondo che vorrebbe intrappolare quelli come lui.

Quelli che riescono ancora a sputarti in faccia la verità, che vogliono cambiare le cose e cercano di farlo con la passione, e la forza di chi non si arrende.

La sua voce dolce e ruvida e le sue sonorità circensi regalano emozioni incomunicabili perché troppo intime. Nelle storie musicali di questo “diamante pazzo” ci sono frammenti del nostro sconcerto quotidiano, di emozioni lontane, pezzi di vita che ci appartengono e che ci ricordano chi siamo veramente.


Lo Chansonnier Sergio Pennavaria - Album: senza lume a casaccio nell'oscurità

Conosciamolo un po’ meglio.

Attore, scrittore, cantautore, cantante, pittore chi è veramente Sergio Pennavaria?

Con una battuta potrei risponderti : “Un pittore che dipinge e musica pensieri che poi recita sperando di rendere l’interpretazione, con il canto, il più vicino possibile a quella realtà così vicina alla finzione!”. In realtà credo di essere una persona complessa, che non riuscendo ad accettare ciò che la contemporaneità che gli viene propinata dall’attuale sistema social-politico e non riuscendone a scappare, in veste di disadattato prova a sdrammatizzare il tutto servendosi di questo grande privilegio che è l’arte.

Viviamo in un’epoca di astrazione e inaridimento culturale, può l’arte liberare le menti dalle prigioni dell’appiattimento? Che valore ha l’artista in questo processo?

L’arte da sempre è stata grande portavoce per ciò che concerne protesta, divulgazione culturale ed informazione. Basti pensare che quando ancora in epoche lontane, grosse porzioni di popolo vivevano nell’analfabetismo totale, ci si serviva della scultura e prima ancora, volendo andare proprio lontano nei tempi, della pittura parietale per carpire o comunicare emozioni o semplicemente informare. Via via con il passare del tempo si è stretto un rapporto talmente intimo con questo linguaggio, che l’uomo ha sentito la necessità di utilizzarlo come valvola di sfogo, ma sempre con il desiderio di far giungere il proprio grido oltre il proprio microcosmo. Perché credo che in tutti noi risieda da sempre, la speranza di trovare un alleato in questa guerra nella quale principi e valori son stati abbattuti ed umiliati da quel nemico che oggi potremmo chiamare ARRIVISMO!


Parlami delle tue influenze musicali e in che modo ritieni che abbiano influito sul tuo stile?

Credo di essere stato influenzato da tutta la musica che ho ascoltato e che ascolto ancora oggi. Sicuramente essere cresciuto in una famiglia in cui tutti cantano e suonano uno strumento mi ha aiutato. Infatti i miei genitori da giovani cantavano e due dei miei fratelli compongono canzoni. Se vuoi sapere da quale scuola in particolare io mi senta influenzato, beh, sicuramente il cantautorato italiano degli anni 70 e certi Chansonnier francesi. Anche se credo che Buscaglione sia stato colui che ha iniziato me ed altri cantautori che seguono la corrente di quello stile cantautorale che oggi viene definito CANZONE-TEATRO.

Come si sente un cantautore come te rispetto al gusto comune di un mercato che spesso sforna motivetti ad hoc, con l’unico intento di vendere dischi?

Quello che il mercato discografico italiano propone lo reputo una sorta di appiglio per chi fondamentalmente non possiede basi sufficienti per approdare a quello splendido connubio che è l’incontro tra poesia e canzone. Mi riferisco sia al fruitore che a chi esalta quest’ultimo. Poi se vendono dischi buon per loro!

In che maniera lo scrittore che è in te influenza il musicista e viceversa?

Sono due mondi così equivalenti quando si intendono, che spesso alternano la loro valenza nel momento in cui si presentano alla mia sensibilità sotto forma di ispirazione. Diciamo che capita che a volte le note somigliano a parole e certe parole contengono in se una musicalità innata. La componente che amo aggiungere durante la composizione di una canzone è l’immagine e la regia di questa, con tutti quei cromatismi e movimenti che spesso si possono riscontrare andando a scavare nell’interpretazione.

A cosa stai lavorando ora?

Sto lavorando al nuovo album. Un lavoro che mi vedrà impegnato per un lungo periodo..Sarà un album molto diverso dal primo per tematiche e arrangiamenti. Non ti posso dare particolari anticipazioni, perché ancora è in fase embrionale.

 
Ringraziamo Sergio e aspettiamo con ansia l’uscita del suo nuovo album.

 

“…la componente che amo aggiungere durante la composizione di una canzone è l’immagine e la regia di questa, con tutti quei cromatismi e movimenti che spesso si possono riscontrare andando a scavare nell’interpretazione.”
(Sergio Pennavaria)


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