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Tellas - ERBARIO URBANO

Tellas – ERBARIO URBANO

| On 29, Nov 2018

Attivare le comunità per scatenare identità: il progetto artistico e sociale di qwatz e Folias. Una conversazione con Rosa Ciacci, curatrice del progetto “Erbario Urbano“.

di Redazione Art Vibes


Nell’ambito del progetto RIGenerAzioni: musica&street art al MONTEROCKTONDO 2018 con il Bando “S’illumina” – promosso dalla SIAE e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – la Cooperativa Sociale Folias di Monterotondo Scalo ha lanciato il programma: “OSSIGENO METROPOLITANO“, rivolto a giovani artisti under 35 per promuovere pensiero e cultura positiva, attraverso opere inedite sul tema dell’intercultura e della coesione sociale.

L’obiettivo è stato quello di raccontare attraverso l’arte e la musica la vita, le paure, la rabbia, i sogni e gli amori, delle nuove generazioni e raccontare quindi anche, attraverso i loro occhi, le periferie, la provincia e le città italiane in cui i fenomeni migratori stanno producendo grandi cambiamenti nel tessuto sociale e nella cultura del paese.

ERBARIO URBANO, è il secondo programma di rigenerazione che Folias ha iniziato l’anno scorso con qwatz, dopo il primo esperimento di “Esercizi di Bellezza”, con lo street artist Millo.

L’artista invitato quest’anno è stato Tellas che ha sviluppato un workshop insieme alla curatrice Rosa Ciacci di qwatz – con la collaborazione di Anna Chiara Anselmi (storica dell’arte di Folias) – per un gruppo ristretto di partecipanti resi partecipi poi della realizzazione di un’opera muraria collettiva sul tema dell’ ”erbario”.

Un’opera che ha restituito a tutta la comunità un erbario contemporaneo delle piante e delle particolari variazioni vegetali dell’area di Monterotondo Scalo. Inoltre, durante lo stesso workshop, Tellas ha realizzato anche una propria opera murale intitolata: Infestazioni.

 

Tellas - Infestazioni, Erbario Urbano, Monterotondo Scalo, Roma. Photo credit: Eugenio Battaglini
Tellas – Infestazioni, Erbario Urbano, Monterotondo Scalo, Roma. Photo credit: Eugenio Battaglini

Abbiamo avuto il piacere di conversare con la curatrice del progetto, Rosa Ciacci, ecco cosa ci ha raccontato:

 

Intervista a Rosa Ciacci, curatrice del progetto “Erbario Urbano”

 

– 1) Fenomeni migratori, degrado sociale, paura per il futuro, assenza di sogni: raccontare le periferie italiane attraverso l’arte è un progetto ambizioso e coraggioso. Da dove nasce questa esigenza?

 

Nasce dall’intuizione di Folias, cooperativa sociale attiva a Monterotondo Scalo da 21 anni, promotrice di attività di vario tipo per bambini, adolescenti ed adulti.

Ho il piacere di conoscere Salvatore Costantino, il presidente della cooperativa, da tantissimi anni. Sasà – lo chiamiamo tutti così – è una persona davvero speciale e lo dico senza nessuna retorica; ebbene Sasà ha avuto il coraggio – insieme ai primi co-fondatori della cooperativa – di rigenerare, rigenerare veramente, il quartiere.
Così, hanno pensato di riattivare uno spazio abbandonato “una casetta” che oggi si chiama “Il Cantiere”: un luogo che ha un nome ed una storia.

Da tanti anni Sasà mi parla di sinergie tra la loro attività e l’arte contemporanea , ed è così che è iniziato il rapporto tra qwatz e Folias.

Tutto ha avuto inizio con il programma “Esercizi di Bellezza”, un progetto che ha raccontato le attività della cooperativa. Sono state chiamate diverse figure legate al mondo “della bellezza” come artisti e musicisti ma anche estetisti, parrucchieri e massaggiatori. Tutti in senso ampio!! E sono stati giorni intensi.
In quei giorni ho pensato molto, e ancora adesso lo faccio: “stiamo facendo qualcosa che crea senso”. E questa riflessione mi ha dato una grande energia nello sviluppo del progetto.

 

 

Abbiamo contattato Millo, artista di fama internazionale, che ha lavorato sulle facciate esterne del Cantiere: per la prima volta l’arte contemporanea arrivava allo Scalo, creando una forte risposta degli abitanti.
Sia ragazzi, sia adulti hanno interagito con l’artista; un bambino, ad esempio, gli ha chiesto di dipingere un hot-dog. Detto-fatto!

Il Cantiere ora è più bello e racconta il territorio. Le persone si rivedono in quei segni e ne vedono la bellezza. Se oggi vi capita di andare a Monterotondo Scalo, a distanza di un anno tutta l’opera di Millo è lì. Intatta. La nostra “grande bellezza”.

 

Millo - Esercizi di Bellezza, Il Cantiere, Monterotondo Scalo
Millo – Esercizi di Bellezza, “Il Cantiere”, Monterotondo Scalo

 

– 2) Qual è la mission creativa e sociale di qwatz?

 

qwatz nasce nel 2007 come residency programme – su idea di Benedetta di Loreto, il nostro direttore – ed è stato il primo programma indipendente a Roma parallelo a quello promosso dagli Istituti di Cultura stranieri che, appunto, hanno al loro interno anche un programma specifico per le residenze.

Al tempo io facevo un internship da 1:1projects, un archivio indipendente d’arte contemporanea di cui Benedetta era ed è membro, come me adesso…(l’essere indipendenti ci è sempre piaciuto). Benedetta ed io abbiamo legato subito, così, poco dopo, tutto è andato abbastanza veloce ed in maniera fluida. E sono passati davvero tanti anni!

Ritornando al core di qwatz: qwatz nasce come programma di residenza perché grazie agli Art Council – cioè quegli istituti che erogano dei fondi per permettere lo sviluppo di progetti – gli artisti stranieri (o i ricercatori/curatori) possono permettersi soggiorni scientifici di varie forme. Considerateli come dei premi per promuovere la mobilità culturale di persone e progetti; l’Italia, ad esempio, negli ultimi anni offre diverse possibilità a proposito attraverso le politiche della Direzione Generale Arte Architettura e Periferie Urbane del MIBAC.

Da qui, quando un artista straniero vuole venire a Roma per sviluppare un periodo di ricerca può rivolgersi o agli Istituti di Cultura o a noi, o ad altre piattaforme che sono nate nel frattempo…

La residenza ha varie forme: di pura ricerca o no (con mostre, talk, etc.) e può essere breve, o lunga e discontinua. Ha sfumature che variano caso per caso.

Durante il programma seguiamo i residenti sia dal punto di vista scientifico, sia con una intensa attività di networking per favorire il confronto e lo scambio tra la nostra cultura e quella del paese di provenienza del residente; far vedere una Roma “diversa” durante il periodo di soggiorno; “utilizzare l’arte” (una frase che ci piace molto) per sviluppare idee; avvicinare le persone che pensano che l’arte contemporanea sia o incomprensibile, o per pochi, o tutti e due.

Inoltre, qwatz è partner di RESIDENZAITALIA, una rete di residenze italiane e internazionali creata dall’associazione FARE di Milano che permette la mobilità su scala nazionale.

Con il tempo, però, abbiamo allargato la nostra mission e oggi la nostra è una piattaforma che offre un programma ampio, oltre che ad artisti e curatori, anche ad enti, privati ed aziende attraverso consulenze. Come succede con Folias, per farvi capire meglio! Quindi, chiedevate se è la nostra mission (creativa) è vicina al sociale? La risposta è sì, come immaginate!

 

– 3) Da poco si è concluso sotto la direzione artistica di Tellas il progetto ERBARIO URBANO, una celebrazione della natura e una riscoperta del territorio. Come si è sviluppato il progetto?

 

ERBARIO URBANO è un progetto site-specific, non soltanto perché i muri s’ispirano alle suggestioni frutto di una ricerca intensa e mirata che Tellas ed io abbiamo sviluppato nel e per il quartiere ma anche perché prevede un programma composto da diverse fasi sul e per il territorio. Una prima fase di studio e ricerca dell’area e degli abitanti; una seconda dedicata allo sviluppo del workshop, una terza in cui tutti hanno iniziato a lavorare sui due muri previsti dal progetto e una conclusiva di restituzione.

Qualche giorno fa, sono passata a rivedere il grande muro di Tellas, “Infestazioni” e già mi sembrava diverso, come se si fosse inserito ancora di più nel territorio. Il passaggio del sole aveva fatto accendere ancora di più i molti verdi della composizione: tutto il muro era più caldo. Con la scusa, ho chiesto un po’ in giro cosa ne pensavano gli abitanti e tutti sembravano entusiasti. Ne vogliono un altro, presto.

Abbiamo lavorato a lungo al progetto perché non fosse qualcosa di fine a sé stesso. Non ci interessa questo, ci interessa altro.

 

Tellas - Infestazioni, Erbario Urbano, Monterotondo Scalo, Roma
Tellas – Infestazioni, Erbario Urbano, Monterotondo Scalo, Roma.

Tellas - Infestazioni, Erbario Urbano, Monterotondo Scalo, Roma
Tellas – Infestazioni, Erbario Urbano, Monterotondo Scalo, Roma.

– 4) Qual è stato l’impatto emotivo, culturale, umano e sociale di questa iniziativa?

 

Come dicevo, l’impatto è stato molto forte. Credo nel potere dell’arte: attraverso il non detto comunichiamo molto meglio, e senza confini. Con il non detto lasciamo tracce. Credo che l’arte possa creare e dare “senso”, questo è l’aspetto che per me conta di più.

The last but not the least: lavorare con Tellas è stato fantastico. Quando lavoro con un artista mi interessa la sua ricerca ma anche l’artista stesso. L’artista come persona. L’importante è il processo: i dettagli durante la costruzione di un progetto, la produzione, quello che suscita nel mentre anche tra le persone che lo sviluppano e quello che resta.

 

– 5) Recuperare la consapevolezza e dunque l’identità del quartiere attraverso un lavoro artistico di interazione sociale. Perché l’arte in questi contesti si trasforma in un potente acceleratore di processi di rigenerazione culturale?

 

Perché “costruisce” per una determinata area e per i suoi abitanti. Perché è pensata appositamente. L’arte non si trasforma in un acceleratore di processi di rigenerazione. L’arte è un acceleratore.

 

– 6) In un’epoca così arida di relazioni quanto è importante innescare e costruire dialogo, soprattutto tra le nuove
generazioni?

 

Ora è tutto. Non penso ci sia qualcosa di più potente, bello, intenso e significativo. Ogni nostra azione è un’azione politica. Con l’arte possiamo fare molto. Dovremmo imparare un po’ tutti ad usarla e ad usarla bene e sempre meglio.
Ma è un discorso lungo.

Sulle relazioni aride: sì i social non aiutano anche se non sono contraria a loro e né credo che questi strumenti siano la causa del grande inaridimento che stiamo vivendo in questo periodo, ma credo fortemente nelle relazioni, nella vita reale quella che vediamo e tocchiamo ogni giorno, quella che fa innescare meccanismi soprattutto in contesti piccoli e lontani, seminando per le nuove generazioni.

 

– 7) E poi? Progetti per il futuro?

 

Diversi…come la collaborazione per GRAN TOUR D’ITALIE 2018, la seconda edizione di un progetto del MIBAC, DGAAP – che inizierà il 29 di novembre e che offre la possibilità ad Istituzioni internazionali di conoscere artisti italiani mid-carrer (progetto a porte-chiuse).
Date uno sguardo alla prima edizione.

E, se volete seguirlo, è già attiva la campagna di quest’anno sui social, sia su facebook, sia su instagram (@qwatz_platform). In più, vi posso dire che siamo già a lavoro per nuovi sviluppi con Folias….
E per ora mi fermo…mi sa che ho detto già abbastanza!!


– via: Art Vibes submission – images courtesy of: qwatz.


– website: qwatz.it


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