Steve McCurry. Icons
Redazione Art-Vibes | On 04, Nov 2021
Un percorso immersivo dentro lo stile e la poetica di un grande Fotografo Umanista. A Palazzo Sarcinelli (Conegliano, TV) oltre 100 fotografie selezionate tra migliaia di scatti realizzati nel corso di una carriera quarantennale.
di Redazione Art Vibes
Picture: ©Steve McCurry – Papua New Guinea, 2017.
Steve McCurry è un artista, prima che fotografo documentarista; e, benché molte sue serie siano state commissionate da riviste e giornali occidentali, ogni fotografia riflette pienamente la sua visione intellettuale dell’uomo e della natura.
McCurry è infatti un umanista nel pieno senso del termine. Egli ama gli esseri umani in tutte le sue manifestazioni e, da un punto di vista compositivo, predilige spesso i primi piani ravvicinati che gli permettono di entrate in totale empatia con i soggetti scelti.
La mostra ripercorre le grandi tematiche e i più incredibili scenari incontrati da McCurry nel corso della sua attività. Il percorso espositivo, curato da Biba Giacchetti, vuole essere un viaggio privo di coordinate limitanti, quanto piuttosto un viaggio onirico tra le icone del fotografo.
Tra gli ambienti protagonisti dell’attività di Steve McCurry troviamo, primo fra tutti, l’Afghanistan. Essendo una mostra rigorosamente a colori, non troviamo le prime “mitiche” foto del 1979, quando il fotografo visitò il paese clandestinamente al seguito dei Mujahidin. Al Sarcinelli si parte dal 1992 con un ritratto inedito ed emozionante di Kabul, città martoriata da oltre 15 anni di conflitto.
Della capitale e dell’Afghanistan in genere, il fotografo ci racconta i lati più oscuri, gli episodi di violenza e di segregazione; ma tra le pagine di una delle zone più martoriate del pianeta affiora immancabile l’umanità. I minatori di Pol-e-Khomri, il fotografo ritrattista di strada a Kabul o i bambini che affollano il bagagliaio di una Chevrolet degli anni ’50 sono solo alcuni degli incantevoli momenti di vita con cui McCurry riesce sempre ad emozionare.
©Steve McCurry – Pol e Khomri, Afghanistan, 2002
In mostra incontriamo l’India in tutte le sue roboanti sfaccettature. Dal ritratto della madre con il figlio che guarda verso l’interno di un taxi ai malsani cantieri di demolizione delle navi, McCurry ci racconta la vitalità e la complessità di un paese dalla cultura enorme, attraversato però da pesanti contraddizioni. Luoghi affollatissimi (come nelle fotografie dedicate al sistema ferroviario del subcontinente) in cui miseria e ricchezza paiono convivere armoniosamente, sclerotizzando così la percezione delle ingiustizie che possiede un occidentale.
La passione del fotografo per l’India è tra le più antiche, con il suo trasferimento nel paese all’età di 28 anni (1978). Da questo paese provengono infatti alcuni degli scatti di personaggi che lo stesso artista identifica come amici: l’anziana signora di Vrindavan, il mago del Rajasthan con la barba decorata di arancione o il sarto che trasporta la sua macchina da cucire in piena stagione di monsoni. Una foto dell’India, in particolare, rivela il grande talento di McCurry.
©Steve McCurry – Rajasthan, India, 2010
Dall’India e dai paesi limitrofi provengono gli scatti realizzati per raccontare il fenomeno atmosferico che colpisce metà della popolazione mondiale: il monsone. Tristemente noto per i venti provenienti dagli oceani tropicali che spirano sulle pianure asiatiche portando con sé piogge torrenziali, il monsone è protagonista di immagini incredibili.
Dalle persone immerse nell’acqua fino al collo, alle donne del Rajasthan che si proteggono dalle tempeste di sabbia. Del monsone McCurry ci racconta anche l’aspetto meno clamoroso, con persone che svolgono le loro mansioni quotidiane sotto il diluvio più estremo. A sottolineare ancora una volta come, nonostante le sfortune e le avversità, la vita continui a scorrere a tutte le latitudini.
Un’ampia parte della produzione di McCurry vede invece, come protagonista, il buddismo: tema importante ed estremamente personale del suo lavoro. Tra le immagini esposte in mostra troviamo i grandi mausolei come la pagoda di Mingun, la Roccia d’oro di Myanmar in Birmania (imponente masso che si dice sia in equilibrio su una ciocca di capelli di Buddha) e il complesso monumentale di Angkor in Cambogia (oggi tra le mete turistiche più battute del paese).
Accanto ai capolavori architettonici, McCurry inserisce molti scatti di fedeli buddisti provenienti da diversi paesi: come i piccoli monaci in un campo profughi in India (intenti a familiarizzare con oggetti occidentali), gli acrobatici monaci shaolin residenti in Cina e i tibetani, i cui ritratti radenti riflettono il grande amore che il fotografo nutre per questa terra e per chi la popola. La mostra ci porta poi metaforicamente a viaggiare in altri paesi come Sri Lanka, Papua Nuova Guinea, Yemen, Kashmir, Italia, Giappone e molti altri da scoprire a Palazzo Sarcinelli.
©Steve McCurry – Peshawar, Pakistan, 1984
– via: Art Vibes submission – photo credits: ©Steve McCurry
– Exhibition info: Steve McCurry. Icons. A cura di Biba Giacchetti Mostra organizzata da ARTIKA, in collaborazione con Sudest57 e Città di Conegliano
– When: 6 ottobre 2021 – 13 Febbraio 2022.
– Where: Conegliano (Tv), Palazzo Sarcinelli.
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