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Letizia Battaglia e l'incomprensibile polemica per la campagna Lamborghini

Letizia Battaglia e l’incomprensibile polemica per la campagna Lamborghini

| On 22, Nov 2020

Chi critica Letizia Battaglia non ha evidentemente compreso l’essenza del suo lavoro.

di Annalisa Grassano


Picture: illustrazione di Letizia Battaglia. illustration credit: ©Annalisa Grassano.


La nuova campagna Lamborghini dal titolo “With Italy, For Italy” è partita a Luglio, venti fotografi, uno per ogni regione d’Italia con il compito di immortalare il celebre marchio automobilistico tra le bellezze del nostro paese.

Tra gli autori spicca il nome di un mostro sacro del reportage italiano: Letizia Battaglia.
Ovviamente l’accostamento Battaglia con la sua Sicilia e in particolare con la sua Palermo è più che ovvio. Il servizio è uscito alcuni giorni fa in anticipo sulla pagina Facebook di Lamborghini e da quell’istante è stato sommerso da una ferocissima tempesta di insulti e polemiche, una violentissima reazione che ha portato all’inevitabile (?) ritiro delle immagini.

E’ esplosa una polemica ingiusta, inutile e perfida, uno tsunami social alimentato in diversi casi da fotografi(fotografi?). Molti hanno attaccato Letizia Battaglia per essersi “piegata” alle logiche di mercato (un attacco ingiusto e insensato visto che nella storia della fotografia le commissioni pubblicitarie sono sempre state e sono all’ordine del giorno), altri per la qualità estetica delle foto (basta guardare gli scatti per comprendere quanto sia privo di fondatezza questo pensiero) e infine l’attacco più feroce e infimo accusarla di aver usato delle vere “lolite” cadendo nel più classico clichè sessista “donne e motori”, quest’ultima accusa è veramente inaccettabile.

I social ci hanno ahimè abituati a questi fiumi di opinioni senza sostanza, ma consentitemi di dire che oggi si è proprio superato il limite, trovo questa tempesta di parole al vento davvero vergognosa, mi pare evidente che molte persone parlino senza conoscere l’artista di cui stanno parlando.

Letizia Battaglia non ha conquistato il pubblico solo per l’innegabile bellezza delle sue immagini ma anche e soprattutto per il valore etico che ha attribuito da sempre alla fotografia, una combattente che ha lottato e continua a lottare armata della sua macchina fotografica raccontando la verità dell’uomo.

Le sue fotografie sono state descritte dal New York Times come “Raccapriccianti, inquietanti, tragiche e, spesso, dolorosamente poetiche“. Insomma una poetessa dell’obiettivo, tra i suoi versi più belli gli occhi infiniti delle sue “bambine” sempre ritratti con profonda empatia e sincerità.

Chi ha criticato gli scatti per Lamborghini semplicemente non ha colto l’essenza del suo lavoro, e forse la sua unica colpa, se proprio vogliamo trovargliene una, è quella di rimanere sempre fedele a se stessa, quella di provare a regalare un pezzo del suo mondo priva da condizionamenti di alcun genere, tipico proprio di chi è da sempre lontano dalle logiche di mercato.

E lo si comprende subito guardando le foto, le bambine sono a fuoco in primo piano, le auto dietro sfocate, quasi dimenticate, gli scatti raccontano quegli sguardi quasi mai spensierati ma carichi di speranza, una Palermo bambina a cui è stata negata un’infanzia di giochi che però resta aggrappata ai propri sogni. E quando guardo queste ragazzine mi rivedo, in quei momenti lontani, in quegli istanti interminabili a guardare il mare in lontananza, tra qualche lacrima e tanta voglia di futuro. Io vedo questo: voglia di futuro di chi non smette di sognare. Forse chi vuol vedere solo delle lolite ha smesso di sognare da tempo.

Un’ultima cosa non avrei mai ritirato le foto, perché penso che ritirarle equivalga un po’ ad accettare questa infelice valanga di bla, bla, bla, questa attitudine sempre più frequente al giudizio facile e privo di criticità.
Il pensiero critico va difeso e con esso va difesa l’arte, sempre.

 

 

 


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