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Raccontare Basquiat in un’animazione

Raccontare Basquiat in un’animazione

| On 04, Mar 2019

Jordan Moore Saggese: lo spirito caotico e rivoluzionario di Basquiat condensato in un’animazione video dal potente valore educativo e divulgativo.

di Redazione Art Vibes


Riassumere in pochi minuti la vita tortuosa e l’immenso percorso artistico di Jean-Michel Basquiat è compito assai arduo. E’ riuscita in quest’impresa Jordan Moore Saggese, Professoressa di Arte Americana presso l’Università del Maryland, co-autrice di un video animato capace di condensare in 4 minuti la vita e la poetica espressiva dell’artista.
Il progetto artistico/educativo è fruibile da tutti sulla piattaforma Ted-Ed. Stupiscono fin da subito le brillanti illustrazioni e animazioni di Heloise Dorsan Rachet pienamente sintonizzate con lo stile segnico del pittore.

Il video racconta la parabola artistica del writer americano:

“Nato nel 1960 da padre Haitiano e madre Portoricana, Basquiat trascorse gran parte della sua infanzia a creare e disegnare nel distretto di Boerum Hill (Brooklyn, New York). Scevro da insegnamenti diretti, si avvicinò all’arte vagando attraverso le gallerie della grande mela, ascoltando la musica che suo padre suonava a casa. Comincòa a sperimentare la sua creatività, scarabocchiando fumetti e scene bibliche sulla carta da ufficio di suo padre.

Fu un’enciclopedia medica ad esercitare sul giovane Basquiat la più potente influenza. Quando rimase coinvolto in un’incidente stradale, fu ricoverato in ospedale. Qui la madre gli regalò una copia di “Grey’s Anatomy”, volume che scatenò in lui un forte ascendente per il mondo dell’anatomia umana, interesse che emergerà fortemente nelle sue ultime opere caratterizzate da dettagli che esplorano con frequenza la potenza e la vulnerabilità dei corpi emarginati.

 

The chaotic brilliance of artist Jean-Michel Basquiat – Jordana Moore Saggese – video courtesy of: TED-Ed

A 17 anni firma insieme al suo amico Al Diaz la prima incursione urbana nel mondo dell’arte underground: pensieri ribelli, umoristici e simboli criptici raggiungono prima “Lower Manhattan” e poi la scena artistica di Soho, sempre accompagnati dal moniker “SAMO”.
Il suo un processo creativo simile ad una sorta di improvvisazione calcolata: come i Beat writers che compongono i loro lavori frammentando e assemblando pezzi di scritti, così Basquiat mescola stili e sperimentazioni per giungere ad una sintesi visiva efficace.

Quando non aveva soldi per comprarsi le tele, raccattava in strada pezzi di legno per poi riassemblarli. Il suo stile visionario, caotico e rivoluzionario fonde passato e presente della storia dell’arte cristallizzando il suo pensiero attraverso un linguaggio visivo ricco d’inventiva.

Le sue tele in poco tempo riscossero consensi ovunque catalizzando l’attenzione di molti collezionisti, ma nonostante quell’improvviso boom di attenzione, nelle sue opere continuarono a trovare spazio le figure più emarginate della società, potenti messaggi di inclusione sociale contro ogni tipo di tensione razziale.

A 27 anni muore per una fatale overdose, ma distanza di anni la sua arte rimane viva e vibrante nei nostri occhi. La sua energia è riuscita ad attecchire in differenti ambiti creativi, dalla moda, alla musica, alla poesia.


– via: ed.ted.com


– website: ed.ted.com


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