Marko Tadić - HELIOPOLIS
Francesco S. | On 17, Mag 2024
“Fare Storia partendo dai rifiuti della Storia”: disegni, collage e animazioni definiscono una città utopica sullo sfondo di quesiti che esplorano il rapporto tra uomo, ambiente e tecnologia e l’utilizzo di risorse rinnovabili.
di Francesco Spaghi
– Picture: Marko Tadić, “Funga Robo/The Fair“, 2024, Collage, 150x110cm. Courtesy Marko Tadić.
Oggi presso il PAV (Parco Arte Vivente, Centro Arte Contemporanea di Torino) si inaugura “Heliopolis“, mostra personale dell’artista croato Marko Tadić (1979) a cura di Marco Scotini, un’esposizione che rientra all’interno del programma annuale che vede il riuso e la circolarità non solo come strategia ecologica e culturale, ma soprattutto come mezzo utopico di sopravvivenza.
Il lavoro di Marko Tadić rilegge la storia del modernismo socialista jugoslavo attraverso il confronto con pratiche di grandi autori che operarono alla fine degli anni ’50 in Croazia, tra questi il designer, scultore e architetto d’avanguardia Vyaceslav Richter (1917 – 2002) e il filmaker Vladimir Kristl (1923 – 2004) della Scuola di animazione di Zagabria, riconosciuta come uno dei capisaldi in ambito europeo.
Attraverso una metodologia che tenta di “fare Storia partendo dai rifiuti della Storia” – come avrebbe detto Walter Benjamin, citando Goncourt – Tadić individua nei residui inerti della memoria un potenziale attivo utile a rileggere e a generare nuove possibilità di narrazione.
Attraverso il riutilizzo e la rielaborazione di oggetti d’epoca come cartoline, mappe geografiche, diapositive, taccuini e archivi fotografici personali, Tadić riporta alla luce un archivio sommerso sul quale interviene sovrascrivendo.
Marko Tadić, “Sava next”, 2023, collage, drawing, 111×86,5cm. Curtesy Marko Tadić
La mostra concepita appositamente per il PAV comprende un nucleo di opere dell’artista dedicate all’interazione con il pensiero di Vjenceslav Richter, tra i membri fondatori di EXAT 51 gruppo d’avanguardia di artisti, architetti, designer e teorici attivi a Zagabria tra il 1950 e il 1956 che intendeva promuovere e raggiungere una sintesi e una intersezione tra tutte le forme d’arte.
Richter, del quale sono presenti in mostra una serie di opere originali, dedicò quasi due decenni della sua vita al perfezionamento di progetti tecno-utopici in ambito urbanistico che tentavano di rispondere, attraverso la pianificazione, ai bisogni specifici di una società socialista.
Nella città utopica di Richter ciò di cui si ha bisogno è a portata di mano e la pianificazione risponde all’esigenza di ridurre i tempi della mobilità per garantire più tempo libero.
In mostra Tadić immagina e progetta la sua città utopica contaminando i progetti di Richter con un immaginario fantascientifico e impiantando su questi sistemi complessi una riflessione ecologica. Attraverso disegni, collage e animazioni ne ipotizza un ampliamento che include nuovi quesiti riguardanti il rapporto tra uomo, ambiente e tecnologia e l’utilizzo di risorse rinnovabili.
Heliopolis si compone di quattro isole tematiche Leaving the Frame, Flow Diversions, The Open Future e From the Shell (of the Old) nelle quali il rapporto tra ecologia, architettura utopica e fantascienza viene indagato attraverso una prospettiva multi scalare. Variando la scala attraverso la quale viene rappresentato un sistema è possibile arricchire la sua comprensione e formulare nuove letture.
Marko Tadić, “Museum of the Revolution”, 2024, Collage, 200x110cm. Courtesy Marko Tadić
Attraverso la miniaturizzazione Tadić trasforma i detriti e gli scarti in giocattoli in senso benjaminiano. «Prodotti collettivi» che rimandano ad un confronto con il mondo dell’adulto che tornano a liberare, senza per questo essere privati del proprio valore documentale.
In Heliopolis l’opera di Marko Tadić rilegge Vyaceslav Richter per proporre un modello che miri a stabilire un ritmo armonioso nel metabolismo della società, alla continua ricerca di un delicato equilibrio tra costruzione e cancellazione, tra futuri possibili e trasmissione della memoria.
Heliopolis è realizzata in collaborazione con il Museum of Contemporary Art Zagreb, Croazia e con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino.
La mostra fa parte di New Perspectives for Action. Un progetto di Re-Imagine Europe, co-finanziato dall’Unione Europea.
Marko Tadić – Note biografiche
Marko Tadić (Croazia, 1979) ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua pratica artistica spazia dal disegno all’installazione e all’animazione. Vincitore di numerosi premi internazionali, riceve nel 2015 il premio Vladimir Nazor (Croazia) per la migliore mostra e nel 2008 il Radoslav Putar Award (Croazia) come miglior giovane artista contemporaneo.
Ha partecipato a numerose residenze a Helsinki, New York, Los Angeles, Francoforte e Vienna. Ha collaborato con l’Art Academy di Zagabria come tutor di un workshop sul libro d’artista, il field recording e il radio drama. Lavora come docente all’Accademia di Belle Arti di Zagabria e alla Nuova Accademia di Belle Arti NABA di Milano. I suoi film sono stati proiettati in diversi festival internazionali di film d’animazione e di cinema sperimentale. Nel 2017 con Tina Gverović ha rappresentato la Croazia alla 57ma Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia.
Marko Tadić, Ilica, 2024, “Postcard”, acrylic, 20x15cm. Courtesy Marko Tadić
Vjenceslav Richter, “Synthurbanism”, 1963-1964. Courtesy Richter Collection, Museum of Contemporary Art, Zagreb
– Exhibition info: Marko Tadić - HELIOPOLIS, a cura di Marco Scotini.
– When: 18 maggio – 20 ottobre 2024.
– Where: PAV (Parco Arte Vivente, Centro Arte Contemporanea di Torino).
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