Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto a Colfosco (BZ) per SMACH 2025
Redazione Art-Vibes | On 08, Lug 2025
In occasione della VII edizione di SMACH l’11 luglio 2025 verrà inaugurato il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto a Colfosco (BZ).
di Redazione Art Vibes
Picture: Michelangelo Pistoletto Terzo Paradiso, 2025, località Colfosco; ph. Gustav Willeit.
Venerdì 11 luglio 2025 alle ore 18:00, in anticipazione dell’evento di apertura della biennale SMACH, inaugura l’opera “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto in località Plans, a Colfosco (BZ), alla presenza dei rappresentanti della Fondazione Pistoletto e degli organizzatori.
Il progetto, a cura di Sandro Orlandi Stagl e Phil Mer, è stato coordinato e realizzato grazie al Cultural Hub dell’associazione culturale SMACH con il sostegno della Fondazione Pistoletto – Cittadellarte e di Paolo Mozzo di ARTantide Gallery.
Indispensabili per la realizzazione dell’opera sono stati: gli Impianti Colfosco, come partner tecnico; lo sponsor Stiftung Südtiroler Sparkasse – Fondazione Cassa di Risparmio; i volontari di SMACH, associazione culturale sostenuta in questa attività, come in tutte quelle degli anni precedenti, dagli enti Provincia Autonoma di Bolzano e dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige.
Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto approda a Colfosco grazie all’impegno di SMACH.
Dopo le installazioni, tra le altre, al Louvre di Parigi, alle Nazioni Unite di New York, ai Fori Imperiali di Roma, al Castello di Rivoli di Torino e al sito archeologico di Karkemish in Turchia, “Il Terzo Paradiso” arriva a Colfosco (BZ) in un’area di 52×24 metri.

Michelangelo Pistoletto Terzo Paradiso, 2025, località Colfosco; ph. Gustav Willeit

Michelangelo Pistoletto Terzo Paradiso, 2025, località Colfosco; ph. Gustav Willeit
L’installazione permanente, realizzata con il legno degli abeti abbattuti dalla tempesta Vaia, trova dimora in un prato messo a disposizione dalla famiglia Mersa, nella località Plans – ai piedi del Passo Gardena e in prossimità del massiccio del Sella. Il “Terzo Paradiso” si integra armonicamente nel paesaggio dolomitico, risultando visibile anche dalla rete sciistica invernale della Val Badia.
L’installazione è raggiungibile tramite un percorso pedonale e ciclabile ed è visibile dall’alto da chi attraversa il Passo, dagli scalatori della Ferrata Tridentina e dai frequentatori della seggiovia Plans Frara.
Il “giardino” di cui tutti sono invitati a farsi giardinieri
Dal punto di vista concettuale, il Terzo Paradiso rappresenta una sintesi tra due condizioni opposte: il Primo Paradiso, simbolo dell’originaria armonia tra essere umano e natura, e il Secondo Paradiso, esito del mondo artificiale generato dall’ingegno umano – fonte di progresso, ma anche di squilibri ecologici e sociali.
Il Terzo Paradiso si propone come una “terza via”, uno spazio di coesistenza attiva e rigenerazione, in cui queste polarità possano interagire generando sostenibilità.
Al cuore del progetto vi è l’idea che l’arte, oltre alla sua dimensione estetica, possa essere strumento di consapevolezza e trasformazione. In questo senso, il “Terzo Paradiso” si configura come un mito contemporaneo: una narrazione simbolica che stimola responsabilità individuale e collettiva, orientando l’agire quotidiano verso una rinnovata coscienza ecologica e sociale.
Il termine “paradiso” – dal persiano pairidaeza, “giardino recintato” – rievoca un’etica della cura: ogni persona è chiamata a farsi “giardiniere del pianeta”, custode attivo della Terra e delle comunità che la abitano.
Il simbolo dell’opera, una reinterpretazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi: i due estremi rappresentano l’uno la natura, l’altro l’artificio; quello centrale ne incarna l’interconnessione generativa, configurandosi come il grembo di una nuova umanità. Questa forma, essenziale e densa di significato, diviene emblema di un possibile equilibrio tra i sistemi viventi e quelli costruiti.
In tale prospettiva, Il “Terzo Paradiso” non è solo un’installazione artistica, ma un’infrastruttura culturale e pedagogica: un’opera capace di generare senso, attivare pratiche di rigenerazione e promuovere una visione sistemica, etica e sostenibile dell’abitare il mondo contemporaneo.
I Curatori
Sandro Orlandi Stagl è un architetto e curatore italiano con una profonda esperienza nel mondo dell’arte e dell’architettura. Laureato in architettura, ha collaborato con studi e istituzioni internazionali, sviluppando progetti innovativi e multidisciplinari. La sua visione creativa si concentra sulla fusione tra estetica, funzionalità e sostenibilità, con un approccio sempre orientato alla valorizzazione del contesto culturale e naturale.
Phil Mer, all’anagrafe Philipp Mersa, è musicista, compositore, storico dell’arte, curatore e collezionista originario di Colfosco.

Hama Lohrmann; Stone Age – SMACH 2025, località Sant Antone, ph. Gustav Willeit
SMACH
SMACH. Constellation of art, culture & history in the Dolomites è la biennale internazionale di arte pubblica ideata nel 2012 da Michael Moling e coadiuvata dal consiglio direttivo e comitato scientifico. Per ogni edizione vengono selezionate, da una giuria di professionisti di settore, 10 opere tramite un concorso internazionale. La mostra open air di arte contemporanea si svolge in Val Badia, nel contesto paesaggistico e culturale delle Dolomiti, patrimonio Unesco dal 2009.
Dal 2018 SMACH è anche un’omonima associazione culturale che, in sinergia con attori locali ed istituzionali, lavora per la promozione dell’arte, del territorio e della cultura, in chiave di turismo culturale, ed attiva un canale di incontro tra amanti dell’arte, appassionati di natura, turisti e professionisti di settore.

Translate (Carmine Auricchio, Jonathan Coen, Moritz Knopp); “.arexport” – SMACH 2025, località Medalghes, ph. Gustav Willeit

Hans de Backer; With Every Step – SMACH 2025, località Tamersc, ph. Gustav Willeit

Theresa Hattinger; Langsam Slow – SMACH 2025, località Pra de Putia, ph. Gustav Willeit
– website: smach.it
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