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“2050: Cronache Marine” - Come la plastica ha cambiato il mare

“2050: Cronache Marine” – Come la plastica ha cambiato il mare

| On 19, Set 2020

Prodotto dall’istituto Oikos, il documentario è ambientato in un futuro in cui la plastica avrà cambiato completamente il mare e le nostre vite.

di Redazione Art Vibes


Picture:2050: Cronache Marine” – Istituto Oikos


Adottare stili di vita più sostenibili” dovrebbe essere un mantra da recitare in ogni famiglia, in ogni scuola. Ridurre il consumo di plastica monouso dovrebbe diventare un comportamento da seguire in modo ligio perché ogni anno circa 11 milioni di tonnellate finiscono nei mari di tutto il mondo, provocando danni inestimabili agli animali e agli ecosistemi.

La presenza costante della plastica nelle vite di tutti è innegabile, la sua capillare diffusione ne ha favorito purtroppo un’abitudine all’utilizzo che ha pressoché azzerato eventuali buone pratiche di smaltimento ed upcycling.

L’ Istituto Oikos, organizzazione no-profit impegnata in Italia e nel mondo nella tutela della biodiversità e per la diffusione di stili di vita più sostenibili, ha recentemente lanciato il progetto Life Beyond Plastic, sfruttando una potente campagna di comunicazione intitolata “2050: Cronache Marine” . Con lo stesso nome è stato presentato il documentario legato al progetto.

 

2050: Cronache Marine | Trailer. video courtesy of: Istituto Oikos

Ambientato in un futuro distopico in cui la plastica ha completamente cambiato il mare e le nostre vite. Il video racconta una fetta della Puglia del 2050 che ha visto cambiare sia il mare sia le vite che ruotano attorno.

Nel girato le informazioni scientifiche si intrecciano con le storie della “Cacciatrice di sacchetti”, dello “Chef di microplastiche”, della “Collezionista di packaging” del “Pescatore di bottiglie”. Quattro personaggi differenti per età anagrafica e trascorsi, che si muovono in uno scenario in cui, come rimarcano gli autori, «l’apocalisse non è una proiezione di un futuro prossimo ma un presente da scongiurare attraverso un’azione collettiva che parta dalla responsabilità personale».


– via: istituto-oikos.org


– website: istituto-oikos.org


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