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Branding Dalí. La costruzione di un mito

Branding Dalí. La costruzione di un mito

| On 28, Ott 2019

Trasferire l’aura di unicità dall’opera d’arte all’unicità dell’artista: il marchio Dalì in mostra a Palazzo Fondi (Napoli).

di Redazione Art Vibes


Picture: ©Martina Melilli – Mum I’m sorry.


Salvador Dalí (Figueres 1904–1989) va in scena a Napoli con una mostra inconsueta, ricca di sorprese. Organizzata da LelesArt, in collaborazione con con-fine edizioni e Me-diterranea Art, con il patrocinio del Comune di Napoli, Branding Dalí. La costruzione di un mito è a cura di Alice Devecchi e mette in luce l’operazione di branding di se stesso, attuata dal genio catalano durante tutta una vita, in anticipo sulla definizione medesima di brand.

Allestita nella suggestiva cornice di Palazzo Fondi in centro storico, dal 25 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020, la mostra offre una panoramica sue poliedriche creazioni dell’artista in ambito di arti applicate, in un percorso che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta: pregiate serie grafiche, manifesti, libri, oltre ad oggetti in porcellana, vetro, argento, terracotta, per un insieme di più di 150 opere, provenienti dalla collezione privata di uno dei segretari personali di Dalí, oggi nella raccolta della società francese Mix’s Art, e orchestrate in un suggestivo allestimento ideato da ART.URO Arte e Restauro.

Avida Dollars“, il celebre anagramma del nome di Salvador Dalí coniato da André Breton, non solo rivela l’intuito affilato del teorico francese, padre del Surrealismo, ma prefigura anche la ricerca ossessiva di successo e denaro dell’artista, e insieme la sua incredibile abilità di trasformare in oro (leggi dollari) tutto ciò che toccava. Novello Re Mida, Salvador Dalí con metodo e convinzione granitica “dalinizza” l’intera realtà a lui circostante.

Sceglie tecniche di moltiplicazione meccanica dell’immagine che garantiscono una tiratura, seppur limitata. È il caso della Tauromachia surrealista (1970), eliotipie a punta secca, de I dodici apostoli (1977), litografie con oro, e delle incisioni a punta secca Il Bestiario di La Fontaine dalinizzato (1974), tutte documentate in mostra insieme alle illustrazioni xilografiche della Divina Commedia (1960-1963), esposta integralmente, in cui ogni canto dispiega tutto il suo immaginario onirico intrecciato ad un registro quasi pop.

 

Salvador Dalí - La divina commedia (Canto Inferno) - serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63
Salvador Dalí – La divina commedia (Canto Inferno) – serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63

Così come concettualmente pop è l’apposizione del “marchio Dalí” su oggetti d’uso come serie di piatti e bottiglie o addirittura triviali come le carte da gioco. Sala per sala si svela un mondo da cui emergono storie collezionistiche intriganti e poco conosciute, come per La suite Catalane (1954), serie di rare mattonelle in terracotta destinate in origine ad una piscina, oppure le bottiglie in edizioni limitate per Rosso Antico-Vermouth (1970) e quella commissionata per il brandy Conde de Osborne (1964) di cui realizza il design in porcellana bianca e l’etichetta.

Anche la collaborazione nel 1969 con la SNCF, la compagnia ferroviaria francese, per firmare manifesti pubblicitari che rappresentano le principali regioni della Francia, racconta di una capillare e pervasiva presenza di Salvador Dalí sui media. Altra opera singolare è il piccolo dipinto a tempera e collage Banderoles en forme de papillon (1954) dedicato a sua moglie Gala, con doppia firma e data.

Il fatto che ancora nel 2017 La casa de Papel, acclamato successo della produzione televisiva prima spagnola e poi americana, costruisca la sua trama su un protagonista di nome Salvador e sull’esplicito riferimento a Dalí come volto eroico di una nuova Resistenza, conferma che il brand, l’icona coi baffi all’insù plasmata su se stesso dal grande surrealista, ha superato la prova del tempo e sia ancora un marchio vincente.

L’esposizione accompagna dunque il visitatore a scoprire un altro Salvador Dalí. Parallelamente alla produzione artistica più tradizionale e conosciuta che ha dimostrato di saper padroneggiare disinvoltamente, ha tessuto il suo longevo successo su scelte di materiali e tecniche che gli assicurassero di raggiungere più pubblico possibile. Scopo ultimo: trasferire l’aura di unicità dall’opera d’arte all’unicità dell’artista, dai suoi capolavori a se stesso.

 

Salvador Dalí - La divina commedia (Canto Inferno) - serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63
Salvador Dalí – La divina commedia (Canto Inferno) – serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63

Salvador Dalí - La divina commedia (Canto Inferno) - serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63
Salvador Dalí – La divina commedia (Canto Inferno) – serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63

Salvador Dalí - La divina commedia (Canto Inferno) - serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63
Salvador Dalí – La divina commedia (Canto Inferno) – serie completa 100 xilografie cm 33 x 26 1960-63

Salvador Dalí - Tauromachia surrealista 4 heliogravure e punta secca cm 50 x 65 1970
Salvador Dalí – Tauromachia surrealista 4 heliogravure e punta secca cm 50 x 65 1970

Salvador Dalí - Tauromachia surrealista 4 heliogravure e punta secca cm 50 x 65 1970
Salvador Dalí – Tauromachia surrealista 4 heliogravure e punta secca cm 50 x 65 1970

– via: Art Vibes submission – images via: Alessandra Zanchi (Press)


Exhibition info: Branding Dalí. La costruzione di un mito, a cura di Alice Devecchi. Organizzata da LelesArt in collaborazione con con-fine edizioni e Me-diterranea Art.

When: 25 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020
Where: Palazzo Fondi – via Medina 24 – 80133 Napoli.


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