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Si Fest 25 - Alea Iacta Est, il confine e il suo superamento

Si Fest 25 – Alea Iacta est, il confine e il suo superamento

| On 09, Ago 2016

Il confine e il suo superamento saranno il tema della 25ma edizione del Festival di Savignano sul Rubicone.

di Redazione Art Vibes


Picture: Andrea Modica – Wildwood, New Jersey


Geografico e identitario quello narrato da Danila Tkachenko; metaforico ma anche formale nelle immagini site specific di Adriatic Sea firmate da Olivo Barbieri; stilistico, a contrassegnare le avanguardie fotografiche rappresentate dagli scatti di Paola Di Bello e di Luigi Erba. Il confine e il suo superamento, declinato nei lavori di alcuni dei principali fotografi del panorama nazionale e internazionale, saranno per SI Fest 25 un tema e insieme una metafora e troveranno un interprete straordinario in Duane Michals. Il fotografo americano, visionario, innovatore, anticipatore dello storytelling con i suoi foto racconti, sarà, insieme ad Andrea Modica, una delle presenze di eccellenza della tre giorni di fotografia in arrivo il prossimo settembre a Savignano sul Rubicone (FC).

 

SI FEST25 - Alea Iacta Est, sui confini della fotografia
SI FEST25 – Alea Iacta Est, sui confini della fotografia

Una metafora, quella del confine, scelta non a caso in occasione del 25° anniversario del Festival per omaggiare la città di Savignano sul Rubicone che lo sostiene da tanti anni e tra le prime in Italia, investendo impegno e competenza al di fuori e al di là delle mode e da quando ancora la fotografia si percepiva perlopiù come materia per i soli addetti ai lavori. A quella città, attraversata dal fiume Rubicone e posta all’esatto punto di incontro tra le due province di Rimini e Forlì-Cesena, nessuna dedica migliore del titolo di SI Fest 25, Alea Iacta Est, dalla celebre frase pronunciata da Giulio Cesare varcando il fiume Rubicone il 10 Gennaio del 49 a.C. Un tema attorno al quale autori ed esperti si interrogheranno per tre intere giornate – 9, 10 e 11 settembre con apertura delle mostre fino al 25 settembre – in cui tra atelier, premi, librerie specializzate, sezione OFF, video proiezioni, performance ed eventi speciali coinvolgeranno i protagonisti e gli addetti del mondo della fotografia e dell’immagine sulle rive del Rubicone.

SI Fest 25 si avvale della collaborazione di un comitato artistico composto da autorevoli personalità del mondo della fotografia: Silvia Camporesi, fotografa forlivese affermata a livello internazionale; Alessandra Capodacqua, fotografa e docente della Fondazione Studio Marangoni di Firenze; Danilo Montanari, editore ravennate specializzato in fotografia e arte contemporanea; Luca Panaro, docente e curatore nonché affermato autore di testi critici sulla fotografia; Paola Sobrero, dirigente del Settore Cultura del Comune di Savignano sul Rubicone, tra i fondatori del Festival. La sezione OFF è curata da Tomas Maggioli e Federica Landi.
 

LE MOSTRE IN ESPOSIZIONE DAL 9 AL 25 SETTEMBRE

Conosciuto e stimato come uno dei più innovativi protagonisti della fotografia moderna, Duane Michals è presente al Festival di Savignano con Dr. Duanus, una mostra appositamente selezionata per SI Fest 25 dal prezioso repertorio fotografico dell’autore. Pur usando la fotografia come mezzo espressivo, il fotografo statunitense ha saputo ridefinire la grammatica che prima di lui costituiva le basi del linguaggio fotografico stesso. Si potranno vedere in mostra le celebri Sequenze, i Foto-testi, i Ritratti e le divertenti immagini A proposito di arte contemporanea.

 

Michals Duane - Adesso diventa dopo, 1972
Michals Duane – Adesso diventa dopo, 1972

Michals Duane - Autoritratto, Come un diavolo in occasione del mio 40 compleanno
Michals Duane – Autoritratto, Come un diavolo in occasione del mio 40 compleanno

Nelle immagini di ADRIATIC SEA (STAGED) DANCING PEOPLE 2015, esposte a SI Fest 25 insieme al video realizzato dallo stesso artista, Olivo Barbieri guarda al litorale del Mare Adriatico ritraendo dall’alto gruppi di turisti che danzano sulla battigia. Tutto è vero, il paesaggio, le coreografie e le persone sono reali, il blu è il blu paradigmatico che vediamo nella nostra mente quando ricordiamo un giorno al mare. Paradossalmente il ricordo è l’unica verità obiettiva che abbiamo.

Luoghi che perdono il proprio significato originario, quindi, come nel caso di quelli descritti da Danila Tkachenko, pluripremiato giovane artista visivo che documenta con le sue immagini un’utopia fallita. Restricted Areas è un lavoro che Tkachenko ha realizzato perlustrando tutto il suo paese, dai confini col Kazakistan alla Bulgaria, fino al Circolo Polare Artico, alla ricerca di quelle aree destinate a usi militari e di ricerca spaziale rimaste segrete per tutto il periodo della Guerra Fredda. Il reportage è valso all’autore il Premio della Critica Arles 2015 .

 

Danila Tkachenko - Restricted Area
Danila Tkachenko – Restricted Area

Di confine storico e culturale si parla grazie al progetto di Paolo Verzone & Alessandro Albert, fotografi riconosciuti internazionalmente per la loro produzione comune, che nel corso di un intero ventennio hanno dato vita alla curiosa serie di ritratti dedicati ai moscoviti, realizzati negli anni 1991, 2001 e 2011.
Luigi Erba presenta invece Works 1969.2015, un allestimento in cui il limite espressivo, sia tecnico che estetico, è sempre varcato alla ricerca di nuove sperimentazioni del linguaggio fotografico. Quella di Erba è una presenza amica del Festival, un sodalizio che dura sin dalla prima edizione. Passando dalla cifra stilistica a quella concettuale, si arriva al lavoro di Paola Di Bello. La fotografa e videomaker, titolare della cattedra di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, si presenta al SI Fest con una mostra che copre la sua produzione dal 1984 al 2016. Insieme a quello del performer Fabio Sandri, i due lavori, entrambi curati da Luca Panaro, interpretano a loro volta il tema del confine nella direzione del suo superamento, tecnologico e artistico.
Sempre di confine, per quanto metafisico, parla il lavoro di Ulisse Bezzi. Contadino, immerso nella campagna di San Pietro in Vincoli, fra Ravenna e Forlì, Bezzi – oggi novantenne – trascorre le sue giornate a lavorare nei campi, dedicando il poco tempo libero alla sua grande passione, la fotografia, praticata solo per piacere personale. Per tanti anni i suoi scatti sono rimasti pressoché nascosti al grande pubblico, noti solo ai circoli foto amatoriali e ai concorsi di fotografia, finché nell’ottobre del 2015 arriva la chiamata del gallerista newyorkese Keith De Lellis, venutone a conoscenza grazie all’interessamento degli amici di Bezzi. È così che diverse sue fotografie degli anni ’50 e ’60 approdano a Manhattan nella famosa galleria di Madison Avenue. SI Fest 25 propone la mostra intitolata Ho avuto per maestri i miei occhi, una importante selezione di ritratti per la prima volta esposti pubblicamente.

 

Ulisse Bezzi - Scuola di ballo n.4, s.d.
Ulisse Bezzi – Scuola di ballo n.4, s.d.

Il programma delle mostre comprende un altro autore di rilievo internazionale nonché amico di SI Fest. Si tratta di Guido Guidi, autore di un progetto speciale che vede coinvolti altri sei fotografi (Mattia Sangiorgi, Emanuele Benini, Mario Beltrambini, Nicola Biondi, Sauro Errichiello e Antonello Zoffoli), prodotto da Savignano Immagini in occasione del cinquantesimo anniversario della società Romagna Acque, che gestisce l’acquedotto della Romagna. Guido Guidi, tra i primi in Italia a fotografare il paesaggio marginale e anti spettacolare della provincia, porta avanti con gli altri autori un vero e proprio studio sulle torri dell’acquedotto – torri piezometriche, appunto – che punteggiano il panorama della provincia romagnola.

La mostra A secret about a secret nasce dal confronto fra un collezionista e una fotografa. L’incontro ha dato origine alla selezione di una serie di immagini tratte dalla prestigiosa collezione, con lo scopo di portare l’attenzione del pubblico verso un’idea di confine come apertura allo sguardo non ordinario, alla sperimentazione. Le immagini esposte ripercorrono idealmente una particolare storia della fotografia, a partire dall’emblematica Sindone di Secondo Pia (1898), passando attraverso maestri come Alfred Stieglitz, Alexander Rodchenko, Lee Friedlander, Diane Arbus, Luigi Ghirri, per arrivare alle moderne visioni concettuali di Juan Fontcuberta, Thomas Ruff e James Casebere. Il fil rouge che unisce le opere è l’innovazione della visione che ognuno di questi autori ha apportato nel proprio tempo, creando stili originali, complessità formali e implicazioni filosofiche, mostrando così che ogni fotografia può essere – parafrasando le parole di Diane Arbus usate per il titolo della mostra – qualcosa che ancora brulica di significato nonostante la distanza temporale, un segreto non svelato.

Nel programma sono previsti importanti mostre e momenti di scambio e visibilità nell’ottica di essere occasione di confronto e piattaforma e volano per la promozione di nuovi autori e nuovi generi autoriali.
Tra queste segnaliamo “Corrispondenze” di Ilaria Abbiento (Premio Portfolio Italia), progetto fotografico che mira a cercare una “corrispondenza” nella vita di persone che non si sono mai incontrate e a riflettere sull’aspetto nostalgico dell’attesa di un messaggio ormai sparito nel nulla.
E ancora, From 7 to 7 di Michela Benaglia (Premio SI Fest 2015), un lavoro composto da ritratti di single over trenta, che vivono nelle proprie case 7 giorni su 7, tutti scatti effettuati a condizione che i protagonisti fossero sconosciuti e non rivolgessero alcuna parola alla fotografa.
In questa direzione vanno anche le Letture Portfolio, importante opportunità di verifica e confronto per autori con esperti e professionisti nel mondo della fotografia e appuntamento storico di SI Fest che è stata, appunto, la prima manifestazione fotografica ad istituire la lettura portfolio in piazza in Italia, offrendo un format alternativo a quello del concorso fotografico e dando il via al successo di una lettura pubblica e organizzata dei portfolio fotografici in molte altre realtà italiane.

Marco Pesaresi, Ritratto. Ritratto di Marco Pesaresi, La fotografia addosso (“Il Fanciullino”, Rimini / “Savignano Immagini”, Savignano sul Rubicone)
Marco Pesaresi, Ritratto. Ritratto di Marco Pesaresi, La fotografia addosso (“Il Fanciullino”, Rimini / “Savignano Immagini”, Savignano sul Rubicone)

Ricorre quest’anno anche un ulteriore anniversario, la 15ma edizione del Premio “Marco Pesaresi”, una ricorrenza importante alla quale Savignano sul Rubicone ha deciso di dedicare un’attenzione particolare.
Per l’occasione SI Fest produce una mostra speciale a cura di Silvia Camporesi dal titolo La fotografia addosso che proporrà all’attenzione del pubblico una selezione di scatti tratti dai portfolio vincitori del Premio e una selezione di fotografie dello stesso Pesaresi che la curatrice ha scelto con un occhio particolare al dialogo tra le rispettive immagini.
Il premio è destinato a ricordare la straordinaria figura del fotografo riminese, fotoreporter di fama internazionale, attraverso la promozione di ricerche e produzioni di fotoreportage connotate da aspetti di progettualità e di innovazione nell’ambito della fotografia contemporanea.

Ogni anno, in occasione del SI Fest, viene assegnato da una giuria qualificata un premio di 5.000 euro a favore di un giovane autore che avrà il compito di realizzare o di portare a termine nel corso di un anno la propria ricerca fotografica, da esporre poi in mostra l’anno seguente. Quest’anno è il turno di Julien Lombardi, vincitore della 14ª edizione. La mostra L’inachevé è un progetto dedicato all’Armenia uno spaccato visivo sullo sviluppo di uno stato ancora incompiuto.
 
Tornano poi gli incontri e le conversazioni con fotografi, editori e giornalisti, le selezioni di libri fotografici e libri d’autore in piazza e gli attesi appuntamenti del SI Fest Off, sezione fotografica giovane e indipendente del festival.
È questo il tema attorno cui ruoterà la settima edizione del SI Fest OFF, il circuito indipendente di SI Fest, dedicato alla fotografia emergente e alle arti visive sotto la direzione artistica di Tomas Maggioli con la co-curatela di Federica Landi. La sezione OFF, da sempre attenta a chi adotta una visione sperimentale della fotografia e delle immagini, intende indagare quel processo di contaminazione linguistica che sta alla base della cultura artistica contemporanea. Un uso ibrido dell’immagine, che attraverso il dialogo con altri media, trova nell’installazione la sua massima forma di espressione.
Fulcro della manifestazione sarà lo storico Palazzo Don Baronio, per la prima volta diviso in quattro sezioni espositive: selezione dei progetti da bando, vincitore del contest OFF.LAB, collaborazione con Jest Torino, sezione dedicata al tema dell’archivio. Tra le tante novità anche la collaborazione con Emuse, casa editrice indipendente che pubblicherà il primo catalogo ufficiale della manifestazione.

L’immagine di SI Fest 25 è tratta da una fotografia di Andrea Modica, artista americana di origini italiane, presente nei più importanti spazi museali, dal The Museum of Modern Art al Metropolitan Museum of Art al Whitney Museum of American Art. Modica espone As we wait, a cura di Larry Fink, un allestimento di ventiquattro immagini in bianco e nero stampate dall’artista con la tecnica ottocentesca del platino-palladio, in coincidenza con l’uscita dell’omonimo libro per Grafiche dell’Artiere.

 

Andrea Modica - Lunenburg, Vermont
Andrea Modica – Lunenburg, Vermont

via: Art Vibes submission – photo courtesy of: Si Fest


Further reading:

– website: sifest.it – Si Fest OFF: sifestoff.tumblr.com


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