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Carlo Aonzo - Il linguaggio universale del mandolino

| On 08, Ago 2014

Intervista al Maestro Aonzo, mandolinista savonese di fama internazionale.

di Annalisa Grassano

INTERVISTA AL MAESTRO CARLO AONZO

Il maestro Carlo Aonzo è un artista come pochi, la sua fama è nota tra Europa, Giappone e Stati Uniti, dove si è affermato tra i principali divulgatori del mandolino classico italiano.

Riconosciuto a livello internazionale per le sue eccezionali doti artistiche ha collaborato con numerose istituzioni musicali italiane e straniere, vincitore di numerosi premi, è il fondatore dell’ Accademia mandolinistica Internazionale Italiana. Vanta infinite collaborazioni con musicisti di grande rilievo.

La sua lunga carriera è costellata da innumerevoli momenti preziosi e di successo, impossibile riuscire a sintetizzarla in poche righe.

I suoi grandi occhi vivi raccontano un uomo che ha qualcosa di indecifrabile, un musicista talmente bravo da rendere difficile ogni possibile definizione . Il Maestro Aonzo non va spiegato, va ascoltato.

Ho messo giù la mia penna e ho chiuso gli occhi, le sue note mi hanno accarezzato la schiena e sono stata invasa dalle immagini, dai personaggi magici di una storia mai raccontata, dagli abbracci di un ombra lontana, da tutto quello che è possibile sentire nell’intima assenza delle parole.

La sua musica è un’ esperienza forte e senza paragoni. E se vi sembra che io stia esagerando, provate voi stessi a sentirlo suonare, una cura per l’anima con un’unica controindicazione, crea dipendenza.


Carlo Aonzo - Photo by Gary Payne

Ho letto che la tua passione per il mandolino nasce in famiglia, tuo padre (mandolinista appassionato) ti insegnò a suonare, qual è il ricordo più prezioso che conservi di lui e della sua musica?

La musica a casa nostra faceva parte dell’arredamento. Silvia, mia sorella, e io siamo nati e cresciuti tra strumenti e musicisti.

In questo ambiente mio papà ha saputo trasmetterci il grande amore e il rispetto sacrale per l’elemento Musica.

Sicuramente il ricordo più affettuoso che ho di questo periodo è l’immaginario che lui sapeva creare nel momento della favola musicale della buonanotte.

Sono fortune queste che si comprendono solo molto più tardi, ma ricordo ancora molti dei racconti fantastici che lui sapeva creare estemporaneamente.

Il brano simbolo di questa esperienza è la sua ninna nanna che io amo eseguire spesso alle mie esibizioni.

Un altro elemento molto importante che mi resta è l’eredità culturale; mio padre rappresenta per me il trait d’union dal glorioso passato dei virtuosi italiani delle corde alla moderna concezione dello strumento.

Che cosa dovrebbe raccontare la musica oggi?

La musica ha un potere molto forte: può divertire, far danzare, emozionare o infastidire, addormentare o sorprendere e molto altro. Per molte persone c’e’ nella musica una strada per la salvezza e devo dar ragione: la musica ti salva, sia spiritualmente che materialmente. Con la musica puoi…raccontare storie alle altre persone che nemmeno ti immagini! La gente ti ringrazia per avergli donato certe emozioni e tu spesso sei sorpreso di esserne inconsapevole; hai raccontato una specifica storia a cento persone del pubblico mentre loro ne hanno sentite 100 diverse…

L’arte in genere, ma la musica in particolare ha un ruolo fondamentale come strumento di comunicazione essendo un linguaggio universale ti consente di “comunicare” con persone di qualsiasi lingua. Per questo è importante che sia conosciuta e venga insegnata a tutti i livelli.


All’estero c’è un profondo amore per il mandolino, in Italia invece un po’ meno, vi è quasi un pregiudizio musicale, come mai?

Innanzi tutto va chiarito che c’è un grande amore per lo strumento più italiano da parte degli italiani, che comunque lo hanno nel loro dna per motivi storici. Tutti abbiamo bene o male un legame con lo strumento attraverso i nostri antenati perchè fino a poco tempo fa era lo strumento più diffuso nel paese.

Attualmente c’è ancora molto lavoro da fare per farlo conoscere e per divulgare adeguatamente. Il mandolino patisce una discriminazione culturale nata per diversi motivi, non ultimo quello dello scarso amor proprio che noi italiani dimostriamo per le cose di casa nostra.

Sono felice invece di poter dire che questa tendenza forse è finalmente destinata a sparire, in considerazione dei giovani mandolinisti italiani che stanno lavorando a tutti i livelli e a tutte le latitudini per far conoscere lo strumento nella sua vera essenza.

Dai segnali che mi arrivano sempre più frequentemente, sento che si sta aprendo una nuova era di riscoperta e apprezzamento.


Carlo Aonzo - Mandolinista

“Io sto con il mandolino” spiegaci meglio di cosa si tratta?

E’ appunto questo movimento di cultori del mandolino legati dalla missione di far uscire lo strumento più italiano dal becero “cliche”. Questo “cliche” ha fatto si che nonostante tutte le interrogazioni parlamentari mosse a suo favore, nelle scuole medie il mandolino è ancora… “vietato”.

La trasmissione radiofonica di Radio 2 Caterpillar è venuta a conoscenza di questa ‘discriminazione’ e ha deciso di promuovere una campagna a favore del mandolino chiamandola appunto “Io sto col mandolino”.

Lo scopo è di far capire che lo strumento è vivo, suscita un sacco di interesse, è propedeutico allo studio della musica, è un importante pezzo della cultura italiana da coltivare e da far apprezzare ai nostri ragazzi.

Ringraziamo di cuore il maestro Aonzo per il tempo che ci ha dedicato e per la grande disponibilità.


All images courtesy of Carlo Aonzo.

Further reading:

– Carlo Aonzo’s website carloaonzo.com

– Accademia mandolinistica Internazionale Italiana: accademiamandolino.com


Comments

  1. Sonia Locatenni

    Bellissima intervista e bellissimo sito!!! Aonzo è un grande!

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