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Art Vibes – Let's share beauty | July 14, 2025

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Quando la musica diventa gioco: l'evoluzione del suono nell'intrattenimento digitale

Quando la musica diventa gioco: l’evoluzione del suono nell’intrattenimento digitale

| On 14, Lug 2025

Il ruolo della musica nei giochi digitali, un plus che accresce l’esperienza di gameplay.


di Redazione Art Vibes


Chi si ricorda i suoni di Pac-Man? Quei “bip bip” che sembravano usciti da un microonde impazzito? Ecco, da lì si è arrivati alle orchestre sinfoniche di Zelda. Non male come salto, no? Ma la cosa più paradossale è che questa evoluzione è ormai diventata la normalità. Oggi, se si prova a giocare ad un titolo AAA senza audio, probabilmente lo si mette di lato dopo pochi minuti di gameplay.

 

Il potere delle note

La musica nei videogiochi ha smesso di essere quel sottofondo utile solo a riempire il silenzio. È diventata parte integrante dell’esperienza di gioco e non solo, ritagliandosi un posto privilegiato nelle giornate di molti. In effetti, a quanti sarà capitato di fischiettare il tema di Super Mario camminando?

Le case di sviluppo l’hanno capito da tempo. Ecco perché non badano a spese quando si tratta di assumere compositori: Nobuo Uematsu per Final Fantasy, Jesper Kyd per Assassin’s Creed, e la lista continua. Si tratta di artisti che vengono spesso dal cinema o dalla musica classica. Il gaming è cresciuto, e con lui sono cresciute anche le aspettative.

 

Oltre la console: il ritmo di carte e casinò

Ma non è finita qui. La musica ha iniziato a influenzare anche giochi inaspettati. Si prende d’esempio il poker online: chi avrebbe mai detto che il bluff e il rilancio potessero ispirare musicisti? Eppure quella tensione, quel ritmo fatto di pause e accelerazioni, è diventata materia prima per parecchi artisti.

E poi ci sono i giochi che della musica fanno proprio il fulcro. Come HipHopPop, una slot di Yggdrasil che si trova nei migliori casinò online in Italia. Non è la solita slot con musichetta di sottofondo: qui l’hip-hop è integrato in tutto, dai simboli (bombolette spray, stereo, sneakers) alle animazioni. È come se avessero preso la cultura rap e l’avessero trasformata in meccanica di gioco.

 

Il futuro suona diverso

Tutto questo ci dice qualcosa di importante: si sta assistendo alla nascita di un linguaggio nuovo. La musica non è più solo colonna sonora, è diventata parte della narrazione, del gameplay stesso. È un po’ come quando il cinema ha scoperto che la musica poteva fare molto di più che accompagnare le immagini.

I developer di oggi lo sanno bene. Non basta più fare un gioco che funziona: bisogna creare qualcosa che tocchi le corde di chi gioca. E questo vale per tutto, dalle produzioni milionarie ai giochi indie, dalle slot machine ai puzzle game da telefonino. Che si tratti di un’orchestra che accompagna un drago che sputa fuoco o di beat hip-hop che scandiscono i giri di una slot, la musica ha trasformato il gaming. Non è più solo passatempo: è arte interattiva, emozione su richiesta.

La prossima volta che si accende la PlayStation o che si apre un gioco sul telefono, bisognerebbe fare una prova: chiudere gli occhi per qualche secondo e ascoltare. Quella musica che si sente? Non è lì per caso. È il cuore pulsante di tutta l’esperienza. E senza di lei, in tutta probabilità, non sarebbe la stessa cosa.


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